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Grandi speranze in una nuova era: il WorldSBK 2020 è stato solo il punto di partenza…

Friday, 4 December 2020 09:00 GMT

Al termine di una stagione davvero imprevedibile il telecronista Steve English analizza quella che è stata un’altra annata da record nel World Superbike

Quando il 2020 del WorldSBK ha preso il via in Australia ci trovavamo nel mezzo di un weekend normale. Dopo i test invernali e la grande competitività attesa nel Campionato, tre splendide gare nella classe Superbike ci hanno fatto capire che sarebbe stata un’annata davvero speciale. Un distacco complessivo di un decimo a decidere la vittoria ha dimostrato che avremmo assistito a qualcosa di diverso da quanto visto negli anni scorsi con il dominio di Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team WorldSBK). Nel 2020 il campione del mondo non avrebbe avuto vita facile. Purtroppo però l’intero paddock ha dovuto affrontare una grande sfida causata da un grande problema a livello mondiale che ha spazzato via l’entusiasmo che c’era nell’aria. Quando si sarebbe tornati in pista? Nessuno lo sapeva.

Cinque lunghi mesi sono passati prima che il paddock tornasse a vivere a Jerez per il secondo Round. L’entusiasmo presente in Australia ha lasciato il posto al sollievo della ripartenza. Tutti nel paddock volevano tornare in azione. Nel caso di Scott Redding (ARUBA.IT Racing – Ducati) significava tornare al successo. Dopo i tre podi conquistati a inizio stagione in Australia, alla ripresa ha dominato nelle gare sulla lunga distanza e ha chiuso al secondo posto dietro a Rea nella Tissot Superpole Race. L’ex pilota MotoGP™ ha dimostrato subito di sapersi adattare al WorldSBK.

La lotta tra Rea e Redding sarebbe stato il tema chiave del 2020, annata in cui il lato umano è stato più evidente che mai, senza però dimenticare anche i tanti altri spunti interessanti. La combinazione tra incertezza e speranza aleggiava nel paddock come in ogni altro aspetto della vita. Cosa sarebbe successo poi? Cosa potevamo augurarci? Avremmo potuto permetterci di essere ottimisti o avremmo dovuto pensare al peggio?

Nel WorldSBK abbiamo optato per la speranza. Perché non avremmo dovuto? Yamaha vinceva; un team Honda ufficiale a tutti gli effetti era presente nelle prime posizioni e arrivava sul podio. Ducati e Kawasaki era ancora i migliori, BMW svelava una moto nuova: ogni team aveva motivo di essere fiducioso mentre il 2020 andava avanti.

Rea e Redding avrebbero dominato le classifiche del mondiale ma con sette vincitori diversi, tra cui Michael Ruben Rinaldi (Team GOELEVEN) che ha conquistato la sua prima gioia, il futuro era roseo come speravamo dodici mesi fa. Viviamo in un momento magico del WorldSBK e, se Rea in occasione del Round che ha chiuso la stagione è riuscito a portare a casa il suo sesto titolo mondiale consecutivo, gli altri hanno iniziato a fargli sentire il fiato sul collo. Kawasaki ha dovuto fare dei passi avanti per mantenere la posizione di vertice.

È stata lanciata una nuova ZX-10RR, Rea spera che sia sufficiente per un ulteriore miglioramento per conservare la prima posizione. Il motore è stato migliorato e ora è in grado di sviluppare un maggior numero di giri senza dimenticare anche le novità nel pacchetto aerodinamico. La moto sembra un’evoluzione piuttosto che una rivoluzione. Negli ultimi anni i miglioramenti fatti con costanza da Kawasaki sono stati più che sufficienti.

Non vanno però sottovalutate le nuove stelle emergenti nel panorama del WorldSBK: Michael van der Mark e Alex Lowes che hanno conquistato il successo. Anche Toprak Razgatlioglu (PATA YAMAHA WorldSBK Official Team) ha vinto con materiale di Kawasaki e Yamaha e pure Rinaldi è migliorato tanto fino ad arrivare alla vittoria. Chi sarà il prossimo? Occhio a Garrett Gerloff (GRT Yamaha WorldSBK Junior Team). Il texano ha dimostrato tutta la sua competitività con il passare delle settimane andando a conquistare tre podi negli ultimi tre Round.

Gerloff ha fatto capire che nel MotoAmerica ci sono tanti talenti: Cameron Beaubier lascerà l’America per passare in Moto2™ e a breve vedremo un nuovo statunitense vincere sul palcoscenico mondiale dopo che l’ultimo è stato nel 2016 l’indimenticato Nicky Hayden.

Da molto tempo BMW non vince una gara ma la Casa tedesca nel 2021 potrà contare su Michael van der Mark e Tom Sykes in sella alla M1000RR. L’olandese ha confermato di essere un pilota di spicco a livello mondiale ed è sicuro di poter fare davvero bene nel progetto firmato Shaun Muir Racing. Con due team satellite presenti sulla griglia di partenza, BMW ha raddoppiato le proprie armi in vista della prossima annata con Jonas Folger e Eugene Laverty che completeranno un potente quartetto in sella alla moto della Casa bavarese.

La sensazione di speranza ed entusiasmo che si respirava a inizio 2020 è scomparsa dal paddock fino a quando non si è ritornati in pista ma a partire dalla prima gara in programma a Jerez ci sono stati tantissimi motivi di divertimento nel WorldSBK. Il 2021 sarà eccezionale.

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